Vitrectomia nei Bambini: Quando le Malattie Retiniche Rare Richiedono un Intervento Chirurgico Specializzato
Tra le opzioni terapeutiche delle malattie retiniche in età pediatrica, la vitrectomia si conferma uno strumento fondamentale nei casi selezionati, in cui le strutture interne dell’occhio risultano compromesse e la sola terapia medica non è sufficiente.
Quando è necessaria la vitrectomia in età pediatrica?
La vitrectomia nei bambini è indicata in situazioni in cui il corpo vitreo (la sostanza gelatinosa all’interno dell’occhio) interferisce con la retina, causando trazioni, emorragie o distacchi. A differenza dell’adulto, il bambino presenta un occhio ancora in fase di sviluppo, per cui l’intervento richiede grande competenza e strumenti microchirurgici adatti.
Malattie retiniche rare che possono richiedere la vitrectomia
Ecco un elenco delle principali patologie retiniche rare in età pediatrica per le quali può essere necessario un intervento di vitrectomia:
1. Retinopatia del prematuro (ROP) in stadio avanzato
La ROP è una patologia che colpisce i neonati prematuri e, nei casi più gravi (stadio 4 e 5), comporta trazioni retiniche che possono evolvere in distacco di retina. In questi stadi, la vitrectomia rappresenta una possibilità concreta per preservare o recuperare parte della funzione visiva.
2. Malattia di Coats
Si tratta di una patologia rara caratterizzata da telangiectasie retiniche e versamento subretinico. In fase avanzata, può svilupparsi un distacco di retina essudativo, e la vitrectomia può essere utile per rimuovere il fluido e trattare eventuali trazioni vitreali associate.
3. Norrie disease
Malattia genetica ereditaria legata al cromosoma X, spesso causa di cecità bilaterale precoce. Nei bambini in cui è presente una trazione vitreoretinica significativa, una vitrectomia precoce può migliorare il decorso clinico e limitare la degenerazione anatomica dell’occhio.
4. Fibrosi vitreoretinica infantile
È una condizione estremamente rara, caratterizzata da formazione anomala di membrane fibrose tra corpo vitreo e retina. L’intervento chirurgico mira a rimuovere queste membrane per prevenire o trattare il distacco retinico.
5. Persistenza del vitreo primario iperplastico (PHPV)
Questa malformazione congenita si verifica quando il vitreo embrionale non regredisce correttamente. Nei casi più complessi, si sviluppano trazioni e opacità del vitreo che rendono necessaria la vitrectomia per migliorare la trasparenza dei mezzi oculari e prevenire danni secondari.
Obiettivi dell’intervento nei pazienti pediatrici
Nel contesto pediatrico, l’obiettivo della vitrectomia non è solo quello di recuperare acuità visiva, ma anche di garantire uno sviluppo visivo armonico, prevenire l’ambliopia (occhio pigro) e conservare l’anatomia dell’occhio. Il timing chirurgico è cruciale: intervenire troppo tardi può compromettere irrimediabilmente le possibilità di riabilitazione visiva.
Tecniche chirurgiche e particolarità dell’età pediatrica
Si utilizzano strumenti di calibro ridotto (25 o 27 Gauge) per minimizzare l’invasività.
L’intervento viene eseguito in anestesia generale, con un team esperto in oftalmologia pediatrica.
Talvolta, la vitrectomia viene combinata con altri interventi, come la lensectomia o il trattamento laser intraoperatorio.
Il ruolo della diagnosi precoce e del follow-up
In presenza di fattori di rischio neonatali o genetici, è fondamentale sottoporre i bambini a controlli oculistici tempestivi. La diagnosi precoce consente di intercettare le malattie rare prima che evolvano in forme irreversibili. Anche dopo l’intervento, il follow-up è essenziale per monitorare la crescita oculare, la funzionalità visiva e la stabilità retinica.
La vitrectomia nelle malattie retiniche rare dei bambini rappresenta una procedura salvavista in contesti selezionati. Affidarsi a un centro altamente specializzato, dotato di esperienza in chirurgia vitreoretinica pediatrica, è la chiave per massimizzare le possibilità di successo e offrire ai piccoli pazienti una migliore qualità della vita visiva.
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