Un trauma oculare penetrante ha colpito un giovane paziente con lesione del bulbo e frattura della base cranica.
Stabilizzato in urgenza, è stato avviato un percorso in due tempi per salvaguardare vita e funzione visiva: in fase acuta la priorità è stata la ricostruzione delle membrane che avvolgono il cervello e la riparazione della frattura posta alla base cranica.
Questa notizia è stata riportata in un articolo pubblicato su radiotaormina.it
Escluso il rischio infettivo, la chirurgia vitreoretinica ha assunto la scena con una vitrectomia pars plana estesa: l’intervento ha rimosso coaguli e vitreo contaminato, riducendo trazioni e mediatori pro-infiammatori.
È stata indotta con cautela la PVD, trattate le rotture e riposizionata la retina mediante perfluorocarbonati pesanti.
Il PRP endolaser 360° ha consolidato i margini, prevenendo recidive essudative e trazioni tardive.
A completamento, si è scelto un tamponamento con olio di silicone per garantire adesione retinica prolungata.
Il monitoraggio post-operatorio ha documentato retina in sede e recupero funzionale progressivo.
In questi scenari, la vitrectomia è più di una “pulizia del vitreo”: è ricostruzione dell’interfaccia vitreoretinica e tempi corretti tra fase settica e chirurgia retinica abbassano il rischio di endoftalmite e proliferazione vitreoretinica.
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