Gestione dell’ipotonia oculare dopo vitrectomia mini-invasiva: cause, diagnosi e trattamenti
Come ogni procedura, la vitrectomia mini-invasiva può essere associata ad alcune complicanze post-operatorie, tra cui l’ipotonia oculare, cioè una pressione intraoculare (IOP) significativamente ridotta rispetto ai valori fisiologici.
Gestire in modo corretto questa condizione è fondamentale per prevenire danni strutturali all’occhio e garantire un recupero visivo stabile.
Che cos’è l’ipotonia post-vitrectomia?
L’ipotonia è definita come una pressione intraoculare inferiore a 6-8 mmHg. Dopo la vitrectomia mini-invasiva può manifestarsi nelle prime fasi post-operatorie e, se non trattata, portare a complicanze come pieghe coroideali, edema maculare o persino distacco coroideale.
Cause principali
Tra i fattori più frequenti che possono determinare ipotonia dopo una vitrectomia mini-invasiva troviamo:
– Perdita di tenuta delle sclerotomie: gli accessi chirurgici di piccolo calibro, se non perfettamente sigillati, possono favorire micro-perdite di liquido intraoculare.
– Infiammazione post-operatoria: processi infiammatori possono ridurre temporaneamente la produzione di umore acqueo da parte dei corpi ciliari.
– Uso di tamponanti intraoculari: una non corretta gestione di gas o olio di silicone può influenzare l’equilibrio pressorio.
– Traumi intraoperatori ai corpi ciliari: anche se rari, possono ridurre la funzionalità secretoria.
Diagnosi precoce
Il monitoraggio della pressione intraoculare nelle prime giornate successive all’intervento è essenziale. L’oculista utilizza:
– Tonometro a contatto o senza contatto per misurare l’IOP.
– OCT maculare e del polo posteriore per valutare l’eventuale coinvolgimento retinico.
– Esame del fondo oculare per individuare segni di distacco coroideale o pieghe retiniche.
La diagnosi tempestiva consente di adottare strategie mirate, evitando conseguenze a lungo termine.
Strategie di gestione
Il trattamento dell’ipotonia varia in base alla causa e alla gravità:
– Osservazione e monitoraggio
– Nei casi lievi e transitori può essere sufficiente un follow-up ravvicinato, poiché la pressione tende a normalizzarsi spontaneamente.
– Sutura delle sclerotomie
– Se si sospetta una perdita dai siti d’ingresso, la chiusura chirurgica può ristabilire la stabilità pressoria.
– Farmaci topici o sistemici
– Corticosteroidi e cicloplpegici possono ridurre l’infiammazione e favorire la ripresa della secrezione di umore acqueo.
– Tamponamento interno
– L’impiego di gas intraoculari o silicone può aiutare a ristabilire una pressione adeguata e prevenire collassi strutturali. – In presenza di distacco coroideale o edema maculare, si associano terapie mirate per limitare i danni retinici.
Prognosi
Con un approccio tempestivo e personalizzato, l’ipotonia post-vitrectomia può essere gestita con successo nella maggior parte dei pazienti. La collaborazione tra chirurgo e paziente — basata su controlli post-operatori regolari e segnalazione immediata di sintomi come visione annebbiata o dolore — è determinante per ridurre il rischio di danni permanenti.
Considerazioni
La vitrectomia mini-invasiva è una procedura sicura ed efficace, ma l’ipotonia oculare rappresenta una delle complicanze da non sottovalutare. Un monitoraggio accurato, la diagnosi precoce e la scelta di strategie terapeutiche personalizzate permettono di preservare l’integrità dell’occhio e il risultato visivo.
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